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Il Ministro della Cultura israeliano, Miri Regev, ha dichiarato che i soldati avrebbero dovuto sparare alle donne che salvarono Mohammad al-Tamimi dall’aggressione dei soldati stessi. L’incidente avvenne durante la manifestazione settimanale che si svolge a Nabi Saleh contro l’illegale confisca di terre palestinesi, secondo quanto riportato dal Middle East Monitor.
In uno stato su Facebook, la ministra ha dichiarato che i soldati avrebbero dovuto sparare ai manifestanti disarmati. Miri Regev ha chiamato il Ministro della Difesa Moshe Ya’alon and il Primo Ministro Benjamin Netanyahu per cambiare la politica dell’esercito sull’utilizzo dei proiettili veri (live-ammunition) a causa dell’umiliazione subita dai soldati.
“Abbiamo bisogno di decidere immediatamente che a un soldato, quando viene attaccato, sia permesso di aprire il fuoco. Punto. Ho chiamato il Ministro della Difesa chiedendo che si metta fine all’umiliazione e auspico un cambiamento al regolamento sull’apertura del fuoco immediatamente!”.
“Chiunque provi a danneggiare un civile e un soldato israeliano deve conoscere il sangue che ha sulla propria testa”, Regev continua, utilizzando una espressione in ebraico, dichiarando che i palestinesi che rispondono agli assalti dei soldati sono “obiettivi giusti” per gli spari.
I soldati israeliani hanno preso i genitori del ragazzo in custodia da Martedì.