Una critica della società civile palestinese alla Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo

25 marzo 2021 | Palestinian BDS National Committee

https://bdsmovement.net/A-Palestinian-Civil-Society-Critique-JDA?fbclid=IwAR2-tqstYTyNJ0jcXPq-Vk8_GMNGLlSUyU2q7m7l92IxbGlVV88aa78KsK8

Una critica della società civile palestinese alla Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo.

La “Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo” (JDA), nonostante i suoi difetti descritti di seguito, si presenta come l’alternativa principale alla fraudolenta cosiddetta definizione dell’IHRA di antisemitismo, nonché come e una “guida convincente” nella lotta contro il vero antisemitismo, come lo definiscono molti gruppi ebraici progressisti – difendere gli ebrei, in quanto ebrei, dalla discriminazione, dal pregiudizio, dall’ostilità e dalla violenza.
Rispetta in larga misura il diritto alla libertà di espressione relativo alla lotta per i diritti dei palestinesi come stabilito dal diritto internazionale, anche attraverso il BDS, e la lotta contro il sionismo, il regime di occupazione, il colonialismo e l’apartheid di Israele.

La JDA può essere determinante nella lotta contro il maccartismo anti-palestinese e la repressione che i fautori della definizione IHRA, con i suoi “esempi”, hanno promosso e indotto di proposito. Ciò è dovuto ai seguenti vantaggi della JDA:

  • Nonostante le sue problematiche linee guida incentrate su Israele, fornisce una definizione coerente e accurata di antisemitismo. I suoi autori rifiutano esplicitamente di codificarlo in legge o di usarlo per limitare il legittimo esercizio della libertà accademica o per “sopprimere il dibattito pubblico, libero e aperto, che sia entro i limiti stabiliti dalle leggi che regolano i crimini innescati dall’odio”.
    Questo è utile per contrastare i tentativi della definizione IHRA di proteggere Israele dalle sue responsabilità nei confronti del diritto internazionale e di proteggere il sionismo da critiche razionali ed etiche.
  • Riconosce l’antisemitismo come una forma di razzismo, con la sua storia e particolarità, in gran parte confutando l’eccezionalità che la definizione IHRA (con i suoi esempi) gli fornisce.
  • Riconoscendo che l’antisemitismo e l’antisionismo sono “categoricamente diversi”, non considera antisemita la difesa dei diritti dei palestinesi secondo il diritto internazionale e la fine del regime di oppressione di Israele di per sé.
    Quindi confuta le parti e gli “esempi” della definizione IHRA che sono più pericolose e spesso utilizzate come armi.
    Nello specifico, la JDA riconosce come forme legittime di libertà di espressione i seguenti esempi: sostegno al movimento non violento BDS e alle sue tattiche; critica o opposizione al sionismo; condanna del colonialismo o dell’apartheid di Israele; richiesta dei pari diritti e della democrazia per tutti, ponendo fine a tutte le forme di supremazia e “discriminazione razziale sistematica”; e critica alla fondazione di Israele e alle sue istituzioni o politiche razziste.
  • Afferma che “ritenere gli ebrei collettivamente responsabili della condotta di Israele o trattare gli ebrei, semplicemente perché sono ebrei, come legittimi agenti di Israele” è antisemita, una regola con cui siamo pienamente d’accordo.
    Chiediamo l’applicazione di questa regola su tutta la linea, anche quando Israele e i sionisti, sia ebrei che cristiani fondamentalisti, si rendono colpevoli della sua violazione. I leader fanatici sionisti e israeliani, come Netanyahu, spesso parlano a nome di tutti gli ebrei e incoraggiano le comunità ebraiche negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e altrove a “tornare a casa” in Israele.
  • Teoricamente riconosce l’importanza del contesto, nel senso che situazioni particolari influenzano se una certa espressione o azione possano essere considerate antisemite o meno.

Tuttavia, i palestinesi, il movimento di solidarietà palestinese e tutti i progressisti sono invitati ad avvicinarsi alla JDA con una mente critica e ad utilizzare cautela, a causa dei suoi difetti, alcuni dei quali sono inerenti ai punti che seguono:

1)  Lo sfortunato titolo della JDA e la maggior parte delle sue linee guida si concentrano sulla questione Palestina / Israele e sul sionismo, rafforzando ingiustificatamente i tentativi di accoppiare il razzismo antiebraico con la lotta per la liberazione palestinese, e quindi influenzando la nostra lotta.
Nonostante questo impatto, la JDA esclude le prospettive rappresentative palestinesi, un’omissione che dice abbastanza sulle relazioni asimmetriche di potere e dominio e su come alcuni liberali cerchino ancora di prendere decisioni che ci influenzano profondamente senza che noi abbiamo alcuna voce in capitolo.
I palestinesi non possono permettere che qualsiasi definizione di antisemitismo sia impiegata per controllare o censurare la difesa dei nostri diritti inalienabili o la narrazione delle nostre esperienze vissute e della documentata storia di lotta contro il colonialismo e l’apartheid.

2) La mal concepita omissione di qualsiasi menzione della supremazia bianca e dell’estrema destra, principali responsabili degli attacchi antisemiti, lascia inavvertitamente fuori dai guai l’estrema destra, se si esclude una menzione passeggera nelle FAQ.
La maggior parte dei gruppi di estrema destra, specialmente in Europa e Nord America, sono profondamente antisemiti, eppure amano Israele e il suo regime di oppressione.

3) Nonostante le garanzie sulla libertà di espressione nelle sue FAQ, le “linee guida” della JDA cercano ancora di controllare alcuni discorsi critici delle politiche e pratiche di Israele, non riuscendo a sostenere pienamente la necessaria distinzione tra ostilità o pregiudizio contro gli ebrei da un lato, e legittima opposizione a Israele e alle sue politiche, ideologia e sistema di ingiustizia dall’altro. Ad esempio, la JDA considera antisemiti i seguenti casi:

A. “Descrivere Israele come il male supremo o esagerare grossolanamente la sua effettiva influenza” come un possibile “attacco codificato che attribuisce un profilo razziale e stigmatizza gli ebrei”.
Mentre in alcuni casi tale rappresentazione di Israele o la grossolana esagerazione della sua influenza possono rivelare indirettamente un sentimento antisemita, nella maggioranza assoluta dei casi relativi alla difesa dei diritti dei palestinesi tale inferenza è del tutto fuori luogo. Quando i palestinesi che perdono i loro cari, le loro case e i loro frutteti a causa delle politiche israeliane di apartheid condannano pubblicamente Israele come “il male supremo”, per esempio, questo non può essere ragionevolmente interpretato come un attacco “codificato” contro gli ebrei.

Interpretare l’opposizione ai crimini israeliani e al regime di oppressione come antiebraica, come spesso fanno Israele e i suoi sostenitori di destra anti-palestinesi, rende effettivamente Israele sinonimo o coestensivo di “tutti gli ebrei”. Eticamente parlando, oltre ad essere anti-palestinese, questa equazione è profondamente problematica perché in effetti essenzializza e omogeneizza tutte le persone ebree. Ciò contraddice l’affermazione iniziale della JDA secondo cui è “razzista essenzializzare … una data popolazione”.

B. “Applicare i simboli, le immagini e gli stereotipi negativi dell’antisemitismo classico … allo Stato di Israele.”
Come la stessa JDA ammette altrove, una generalizzazione così ampia è falsa in tutti i casi “basati sull’evidenza”. Si considerino, ad esempio, i palestinesi che condannano il premier israeliano Netanyahu come un “assassino di bambini” in luce del fatto che almeno 526 bambini palestinesi sono stati massacrati nell’attacco israeliano a gaza del 2014, su cui la Corte penale internazionale ha recentemente deciso di indagare.
Può questo essere considerato antisemita? Sebbene le prove concrete siano irreprensibili, i palestinesi dovrebbero forse evitare di usare quel termine in questo caso semplicemente perché è un tropo antisemita e Netanyahu è ebreo? È forse islamofobo chiamare il dittatore saudita Muhammad Bin Salman – che è musulmano – un macellaio per aver orchestrato il raccapricciante omicidio di Khashoggi, per non parlare dei crimini contro l’umanità del regime saudita in Yemen?  Sarebbe islamofobo mostrare che MBS fosse in possesso di un pugnale insanguinato, dato che le caricature islamofobiche spesso raffigurano uomini musulmani con spade e pugnali intrisi di sangue? Chiaramente no. Allora perché fare un’eccezione per Israele?

C. “Negare il diritto degli ebrei nello Stato di Israele di esistere e prosperare, collettivamente e individualmente, in quanto ebrei, in conformità con il principio di uguaglianza”. Il principio di uguaglianza è assolutamente fondamentale nella protezione dei diritti individuali in tutti gli ambiti, nonché nella salvaguardia dei diritti culturali, religiosi, linguistici e sociali collettivi. Ma alcuni possono abusarne per implicare uguali diritti politici per i colonizzatori e i collettivi colonizzati in una realtà coloniale, o per i collettivi dominanti e dominati in una realtà di apartheid, perpetuando così l’oppressione. Dopo tutto, ancorato al diritto internazionale, il principio fondamentale di uguaglianza non intende né può essere utilizzato per scagionare i crimini o legittimare l’ingiustizia.

Che dire allora del presunto “diritto” dei coloni ebreo-israeliani a sostituire i palestinesi nella terra etnicamente pulita di Kafr Bir’im in Galilea o Umm al Hiran nel Naqab / Negev? Che dire del “diritto” apparente di imporre comitati di ammissione razzisti in decine di insediamenti per soli ebrei nell’attuale Israele che negano l’ammissione ai cittadini palestinesi di Israele per motivi “culturali / sociali”? Inoltre, ai profughi palestinesi dovrebbe forse essere negato il diritto di tornare a casa stipulato dalle Nazioni Unite, per non disturbare un presunto “diritto ebraico collettivo” alla supremazia demografica? Che dire della giustizia, del rimpatrio e delle riparazioni in conformità con il diritto internazionale e del modo in cui possono influire su alcuni “diritti” assunti degli ebrei-israeliani che occupano case o terre palestinesi?

Soprattutto, cosa c’entra tutto questo con il razzismo antiebraico?

1. Come recentemente rivelato da Der Spiegel, un rapporto della polizia in Germania mostra che la destra e l’estrema destra sono state nel 2020 responsabili del 96% di tutti gli incidenti antisemiti in Germania attribuibili a un chiaro motivo. https://twitter.com/bdsmovement/status/1362411616638275586

This entry was posted in info and tagged , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *