28 agosto 2025, di Wahid Ben Ali
The Global Sumud Flotilla: Over 50 ships will set sail for Gaza : Peoples Dispatch
La Global Sumud Flotilla si propone di rompere il blocco illegale imposto da Israele su Gaza, di fornire aiuti umanitari urgenti e di denunciare la guerra genocida condotta contro i palestinesi.
Nel luglio 2025 è stata lanciata una nuova iniziativa marittima internazionale: la Global Sumud Flotilla. È stata formata da quattro grandi coalizioni: la Campagna Globale per il Ritorno in Palestina, la Freedom Flotilla Coalition, il Maghreb Sumud Convoy e la Southeast Asian Nusantara Sumud Initiative.
La Global Sumud Flotilla partirà il 31 agosto 2025. Il suo obiettivo è chiaro: rompere il blocco illegale di Israele su Gaza, fornire aiuti umanitari urgenti e denunciare la guerra genocida condotta contro i palestinesi. La flottiglia è composta da decine di piccole imbarcazioni civili che trasportano attivisti, parlamentari, medici e sindacalisti, oltre a carichi umanitari.
Oltre 39 delegazioni nazionali hanno promesso di partecipare, rendendo questa la più grande iniziativa marittima guidata dai cittadini in solidarietà con Gaza dai tempi della “Mavi Marmara” del 2010. Dietro ogni passeggero della flottiglia si cela una storia di convinzione. I sindacalisti greci hanno portato striscioni che promettevano la solidarietà dei lavoratori con la Palestina. Medici provenienti da Spagna e Italia trasportavano medicinali vitali il cui ingresso a Gaza era vietato. Parlamentari di Sudafrica e Norvegia hanno insistito sul fatto che rompere l’assedio è un dovere morale e politico.
Questa non è la prima flottiglia di questo tipo quest’anno. Anche la “Handala” e la “Madleen”, due delle navi ammiraglie della Freedom Flotilla, sono salpate nel tentativo di rompere il blocco di Gaza. Tuttavia, sono state attaccate da droni e prese d’assalto dalle forze israeliane. I passeggeri sono stati picchiati, rapiti e deportati. I telefoni sono stati confiscati, gli attivisti sono stati interrogati e molti hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione. L’attacco non ha riguardato solo la Freedom Flotilla; è stato un attacco al principio stesso di solidarietà globale.
La Global Sumud Flotilla ribadisce che la sua missione è del tutto legittima ai sensi del diritto marittimo internazionale. Le imbarcazioni civili che trasportano aiuti umanitari in acque internazionali sono protette dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. L’intercettazione da parte di Israele delle navi “Handala” e “Madleen” costituisce un vero e proprio atto di pirateria e un crimine di guerra. Gli organizzatori della flottiglia ricordano al mondo che Israele mantiene un blocco terrestre, aereo e marittimo su Gaza dal 2007. Mentre si preparavano per le prossime missioni, i portavoce della flottiglia hanno dichiarato: “Le nostre imbarcazioni trasportano più che aiuti. Portano un messaggio: l’assedio deve finire. Il pericolo maggiore non sta nell’affrontare Israele in mare, ma nel permettere che il genocidio continui impunemente”.
Criminalizzare la solidarietà, violare il diritto internazionale
Negli ultimi mesi, Israele ha intensificato la sua campagna per mettere a tacere la solidarietà internazionale con la Palestina, prendendo di mira le flottiglie civili che tentano di rompere il blocco di Gaza. Queste navi, che trasportano attivisti, aiuti e un messaggio di sfida all’assedio, sono diventate simboli di resistenza globale. Invece di impegnarsi attraverso la diplomazia o il rispetto dei principi umanitari, Israele ha fatto ricorso alla forza in alto mare, trattando le missioni civili pacifiche come minacce militari. Gli attacchi alle navi “Handala” e “Madleen” sono più che semplici atti di pirateria, sono gravi violazioni del diritto internazionale.
La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) garantisce la libertà di navigazione in acque internazionali. Sequestrando navi al di fuori della sua giurisdizione territoriale, Israele ha agito come uno stato canaglia. Esperti giuridici internazionali hanno costantemente affermato che il blocco di Gaza dal 2007 costituisce una punizione collettiva, in violazione della Quarta Convenzione di Ginevra. La Corte Penale Internazionale ha ricevuto molteplici documenti che documentano l’assedio affamato di Israele, ora esacerbato da un genocidio palese. Eppure i governi che invocano a gran voce “l’ordine basato sulle regole” rimangono in silenzio quando le vittime sono i palestinesi e i loro sostenitori.
Invece di proteggere i cittadini, i governi occidentali hanno facilitato la repressione israeliana. I passeggeri a bordo delle flottiglie sono stati privati dei loro telefoni cellulari, interrogati e ad alcuni è stato negato il rientro nell’area Schengen. Il silenzio degli stati occidentali equivale a complicità. Alcuni detenuti hanno avviato scioperi della fame nelle carceri israeliane per protestare contro il loro rapimento. Altri sono tornati a casa per lanciare campagne diffamatorie. I media occidentali di destra hanno accusato gli attivisti di “provocazione” o di “mettere in pericolo la sicurezza”. L’attivista svedese Greta Thunberg, un tempo amata, che si è unita alla flottiglia “Madleen”, ha ricevuto attacchi dai media mainstream, sui social media e da influenti figure politiche.
Tali tattiche mirano a delegittimare la solidarietà e seminare paura tra coloro che osano agire. Ma queste campagne non sono riuscite a spegnere la chiarezza morale del movimento. Dai portuali di Barcellona che si rifiutano di caricare armi in Israele, agli studenti che occupano università negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, la flottiglia è diventata un simbolo: la solidarietà non può essere bloccata.
Il volto umano della resistenza globale
La Global Sumud Flotilla rappresenta una convergenza di lotte provenienti da diversi continenti:
- La Campagna Globale per il Ritorno in Palestina ha mobilitato migliaia di attivisti in tutto il mondo.
- La Freedom Flotilla Coalition, le cui radici risalgono al 2010, vanta una lunga esperienza nell’organizzazione della resistenza marittima.
- Il Maghreb Sumud Convoy, lanciato nel giugno 2025, ha riunito oltre 1.000 partecipanti da tutto il Nord Africa sotto il motto “azione coordinata per la Palestina”.
- L’Iniziativa Nusantara Sumud, lanciata dalla Malesia e da altri otto paesi del Sud-Est asiatico, incarna la solidarietà Sud-Sud ispirata dalla fermezza palestinese.
Insieme, queste quattro reti hanno trasformato la flottiglia da una manciata di navi in un corridoio umanitario alimentato dalle persone. La prima missione ufficiale è prevista per il 31 agosto 2025 dalla Spagna, seguita da un secondo lancio dalla Tunisia il 4 settembre, con la partecipazione prevista di oltre 50 navi. In una conferenza stampa a Tunisi, gli organizzatori hanno sottolineato che la flottiglia non ha solo un ruolo logistico, ma anche simbolico: “Questa non sarà solo una flotta. Sarà un promemoria che il mondo sta guardando, che Gaza non è sola e che i popoli non rimarranno in silenzio”.
La Freedom Flotilla fa parte di una lunga tradizione di resistenza in mare. L’assalto del 2010 alla “Mavi Marmara”, in cui le forze israeliane uccisero dieci attivisti, sconvolse il mondo. Ma invece di fermare la solidarietà, la moltiplicò. La Global Sumud Flotilla segna una nuova fase. Collegando porti del Mediterraneo, carovane nordafricane e convogli del Sud-Est asiatico, costruisce un’infrastruttura transnazionale di resistenza. Il suo nome arabo Sumud, fermezza, riflette sia la resilienza palestinese sia la determinazione delle persone in tutto il mondo ad agire laddove i governi hanno fallito.
Rompere l’assedio, costruire il futuro
La scelta è ormai chiara. Israele continuerà ad attaccare navi pacifiche in acque internazionali, a rapire attivisti e a reprimere gli sforzi umanitari, perché l’assedio è la pietra angolare del suo progetto genocida. I governi occidentali continueranno a distogliere lo sguardo. Ma la gente comune, dai portuali greci che si rifiutano di caricare armi per Israele, ai sindacati tunisini che accolgono con favore le missioni della flottiglia, agli studenti e ai parlamentari che alzano la voce, sta costruendo un contropotere. La Global Sumud Flotilla è sia un’ancora di salvezza che un monito: Gaza non sarà ridotta al silenzio dalla fame e la solidarietà non sarà bloccata.
Mentre la flottiglia si prepara a salpare con oltre 50 navi, il suo messaggio risuona attraverso mari e continenti: l’assedio deve cadere. Gaza deve vivere. La Palestina deve essere libera.