3 novembre 2017 |International Solidarity Movement, Nablus team| Palestina occupata
La dimostrazione settimanale aveva circa 30 partecipanti, di cui tre donne internazionali. Come al solito, la manifestazione si svolge per protestare contro la chiusura della strada che conduce a Nablus.
Questa misura è stata spiegata per soddisfare “la necessità di sicurezza” per i coloni di Kedumin che hanno illegalmente occupato la collina di fronte al paese. La strada, con cui in precedenza si impiegavano dieci minuti per arrivare a Nablus, ora nel nuovo percorso si impiegano fino a 40 minuti.
La marcia ha iniziato con bambini e adulti che mostrano cartelli che denunciano l’accordo Balfour, che ha recentemente raggiunto il suo 100° anniversario. A seguito di questo anniversario, sono in corso proteste in tutta la Cisgiordania e Gaza.
Mentre i manifestanti si avvicinavano al cancello costruito dai coloni, è arrivata una jeep con sei soldati armati. Il leader del movimento nonviolento del villaggio, Murad ha tenuto un breve discorso. Questo è stato seguito dai soldati che arrivavano con i loro fucili. Hanno sparato proiettili di acciaio rivestiti di gomma e hanno lanciato bombe sonore.
Fortunatamente, nessuno è stato ferito. Né quando i soldati, dopo che un drone si era mosso sopra la dimostrazione per lungo tempo, hanno fatto due agguati cercando di catturare e arrestare i manifestanti circondandoli e correndo dietro di loro attraverso gli oliveti. I soldati non sono riusciti a raggiungere i manifestanti.
Prima delle imboscate, Murad aveva invitato tre soldati in cima a una collina a buttare via la loro uniforme e vivere in pace senza armi, dato che sentono bugie dal loro governo e soprattutto ha parlato con il soldato afro-israeliano indicando come gli israeliani provenienti dall’Africa sono i più trascurati e isolati nelle classi sociali israeliane. Un ISMer alla demo ha detto: “I tre soldati hanno ascoltato molto. Ma sappiamo quanti dei soldati sono indottrinati da quando sono bambini. Ma non smetteremo mai di diffondere le parole della libertà”.