Kifl Hares: chiusura del villaggio e violenze dei coloni

12 Gennaio 2014 | International Solidarity Movement, Nablus Team | Kifl Hares, Palestina Occupata

Venerdì 10 gennaio, verso le 4 del mattino, un gruppo di venti coloni di un insediamento illegale vicino è entrato nel villaggio palestinese di Kifl Hares. Alcuni sono arrivati in auto, altri a piedi.  

I coloni hanno fatto rumore e hanno sfasciato i finestrini di auto posteggiate nel villaggio. Dei palestinesi che si stavano recando alla moschea per le prime preghiere sono stati molestati e i coloni in auto hanno tentato di investirli. I bambini erano spaventati e gli abitanti del villaggio hanno avuto timore di uscire di casa.

In precedenza, martedì 7 gennaio, l’esercito israeliano aveva chiuso il cancello all’entrata del villaggio, che porta alla strada principale. Quando gli abitanti avevano chiesto delle spiegazioni, i soldati posizionati su una torre di sorveglianza nelle vicinanze avevano risposto che il cancello sarebbe rimasto chiuso per tempo indefinito per ragioni di sicurezza. 

Giovedì 9 gennaio, per un’emergenza, un’ambulanza ha tentato di portare una donna anziana che vive vicino all’entrata del villaggio in un ospedale a Nablus. Gli abitanti hanno chiesto ai soldati di aprire il cancello per soli 5 minuti in modo che l’ambulanza potesse raggiungere la strada principale. Le forze israeliane si sono rifiutate e il paramedico è stato costretto a portare la donna a mano su una barella dalla sua abitazione al lato opposto del cancello. Questo ha ritardato il suo arrivo all’ospedale.

Il cancello è stato aperto solo una volta negli ultimi giorni. Questo è successo venerdì, quando i coloni sono entrati nel villaggio, e significa che i soldati isrealiani erano a conoscenza dell’attacco dei coloni. I coloni e dei turisti ebrei sono entrati a Kifl Hares in molte occasioni.

Il villaggio si situa nel nord della West Bank, nel distretto di Salfit vicino all’insediamento di Ariel, il più grande degli insediamenti illegali.

Il pretesto per le incursioni a Kifl Hares è un pelleggrinaggio a tre tombe contestate. Le tombe, risalenti a centinaia di anni fa, sono anche importanti per i musulmani. Numeri ingenti di coloni arrivano nel villaggio in visite organizzate dal DCO e con la protezione dell’esercito israeliano. Dei coloni e dei turisti ebrei da tutto il mondo arrivano in bus, sovente durante la notte.

Durante le incursioni, le forze israeliane dichiarano il villaggio zona militare chiusa e ai palestinesi viene ordinato di rimanere nelle proprie case fino a quando i coloni non se ne sono andati. Questo avviene circa 20 volte all’anno. Ma oltre a ciò, i coloni entrano nel villaggio settimanalmente senza nessuna protezione per pregare sulle tombe e spesso per molestare o aggredire gli abitanti.

Diversi anni fa i giovani palestinesi resistevano a queste incursioni con lanci di pietre contro i coloni e i soldati. A questa resistenza le forze israeliane rispondevano con incursioni notturne e arresti che sono sfociati in pene di carcere fino a 5 anni. Da allora gli abitanti hanno avuto timore di opporre resisteza a questi attacchi dei coloni.

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