In che misura gli agenti sotto copertura hanno preso di mira i gruppi di solidarietà palestinese?

7 novembre 2020 | di Asa Winstanley

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Protesta per denunciare le spycops nel Regno Unito [Twitter]Protesta per denunciare le spycops nel Regno Unito [Twitter]

Questa settimana l’inchiesta sulla polizia sotto copertura è finalmente iniziata, anche se in modo virtuale, insolito e limitato dal coronavirus.

C’è stato un ritardo di oltre cinque anni da quando è stata annunciata formalmente per la prima volta dall’allora ministro dell’Interno Theresa May.

L’inchiesta sta indagando sul dispiegamento di agenti di polizia sotto copertura impiegati in campagne contro gruppi politici e di attivisti, in particolare da due unità specifiche: la Special Demonstration Squad (SDS) e la National Public Order and Intelligence Unit (NPOIU).

Queste unità non si occupavano di combattere la criminalità violenta, la frode, la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani, gli abusi sessuali sui minori o il terrorismo.
Erano, in effetti, forze di polizia politica segreta britannica, che per decenni hanno spiato quasi l’intera gamma della sinistra politica, come mostra l’importante database di Undercover Research Group.

Come hanno spiegato gli avvocati durante l’inchiesta questa settimana, si sono impegnati su scala industriale a spiare attivisti politici che svolgevano attività legittime e pacifiche.

Questi non erano informatori della polizia all’interno di gruppi politici. Questi erano agenti di polizia addestrati e in uniforme, che quando si sono uniti alla SDS si sono tolti l’uniforme e si sono fatti crescere i capelli e la barba, per adattarsi allo “scenario” degli attivisti.

Conducevano una doppia vita, presentandosi come attivisti di giorno e tornando a casa dalle loro mogli e famiglie di notte.

Molti hanno persino avuto relazioni sessuali a lungo termine con le attiviste che spiavano, all’insaputa delle loro mogli, che pensavano che i loro mariti avessero spiato terroristi e criminali, non attiviste per l’ambiente.

Un avvocato aprì l’inchiesta con una lunga dichiarazione che spiegava la storia della SDS e della loro istituzione nel 1968 per spiare il Vietnam Solidarity Movement, e le manifestazioni che furono indette quell’anno davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, poi a Grosvenor Square, nel centro di Londra.

David Barr QC ha mostrato un breve segmento del vecchio filmato di Pathé News, fornito dall’archivio ITV, che mostrava la scena di quel giorno nell’ottobre 1968, quando ci fu una grande manifestazione contro la guerra.

Protesta per denunciare le spycops nel Regno Unito [Twitter]

A me ha mostrato una scena abbastanza familiare: la polizia che attacca una protesta pacifica, cercando di provocare la reazione di alcuni manifestanti. Sembrava un tentativo della polizia di scatenare una rivolta. Ma la voce fuori campo del giornalista sembrava una reliquia della propaganda di guerra degli anni Quaranta.

Ha anche affermato che la protesta è stata la rivolta più sanguinosa mai vista in Gran Bretagna (un’esagerazione, per non dire altro).

La storia di Barr, insieme alle risme di documenti finalmente pubblicate dall’inchiesta quel primo giorno, raccontano la storia di come è stata fondata la SDS. Sebbene inizialmente avesse un mandato limitato a spiare su una serie specifica di manifestazioni contro la guerra, gli elogi per l’SDS da parte dell’MI5 hanno portato il Ministero degli Interni ad accettare di finanziare la nuova unità di spycops su base continuativa – e ad espandere la gamma di gruppi concentrandosi massivamente sulla sinistra politica.

I rapporti annuali della SDS dei primi anni ora pubblicati dall’inchiesta (anche se in forma redatta, nonostante siano passati decenni) mostrano che la SDS – nonostante le affermazioni degli ultimi giorni della polizia di essere politicamente neutrale – a quel tempo si infiltrò solo nella sinistra e nei “Gruppi irlandesi” (gruppi di solidarietà contrari all’occupazione britannica dell’Irlanda del Nord, come il movimento Troops Out).

Barr ha anche affermato che, nei primi anni, non c’erano prove che l’SDS prendesse di mira alcun gruppo di destra. Sebbene le spycops negli anni successivi abbiano preso di mira alcuni gruppi di destra (inclusi i pericolosi razzisti del BNP e l’estremista violento Combat 18), uno sguardo al database mostra che, a parte l’estrema destra violenta, i gruppi erano quasi interamente di sinistra: ambientalisti, gruppi contro la guerra, sindacalisti, socialisti e anarchici, gruppi animalisti e antirazzisti.

Alcune delle migliaia di gruppi e individui da prendere di mira includevano il movimento anti-apartheid, l’Unione nazionale degli studenti e persino la campagna per la giustizia per Stephen Lawrence, l’adolescente nero assassinato sulla cui morte nel 1993 la polizia si è praticamente rifiutata di indagare, esponendo il razzismo nel cuore della polizia metropolitana.

I gruppi si estendevano da gruppi anarchici e comunisti persino alla sinistra del Partito laburista, con la deputata di sinistra Diane Abbott e l’ex parlamentare di sinistra e sindaco di Londra Ken Livingstone, entrambi partecipanti principali all’inchiesta.

In questo contesto, e con una rete così ampia, è ragionevole chiedersi, quindi, questi agenti sotto copertura hanno spiato i gruppi di solidarietà palestinesi? Le prove rilasciate dall’inchiesta mostrano che la risposta è sì. Ma fino a che punto?

È a questo punto che devo dichiarare un interesse personale: gli spycops hanno spiato anche me. Sono uno dei centinaia di partecipanti principali all’inchiesta e ho degli avvocati che mi rappresentano, insieme a due dei miei vecchi compagni attivisti.

Quando avevo tra i 25 e i 30 anni ero un attivista dell’International Solidarity Movement (ISM), un gruppo che invia volontari non violenti nella Palestina occupata per dimostrare solidarietà ai palestinesi contro le forze di occupazione israeliane ed i coloni violenti e razzisti.

Graffiti dei poliziotti nella parte est i Londra [Twitter]

Alla fine del 2018, l’inchiesta ha rivelato che ISM London era stato infiltrato dalla SDS. Il vero nome dello spycop non ci è stato ancora rivelato, ma all’epoca lo conoscevamo come Rob Harrison.

Tra il 2004 e il 2007 si è infiltrato all’ISM di Londra – e lo ha fatto con successo.

Non eravamo l’unico gruppo di solidarietà palestinese ad essere spiato in questo modo. L’inchiesta ha rivelato nei documenti pubblicati questa settimana che anche un gruppo chiamato Palestine Solidarity Campaign è stato spiato all’inizio degli anni ’70, sebbene non sia ancora chiaro se siano stati infiltrati direttamente allo stesso modo dell’ISM di Londra.

Quando ho informato il PSC del nuovo documento rilasciato questa settimana, mi hanno detto che qualcosa non andava, perché la loro fondazione non risale che al 1982.

Tuttavia, sono stato informato da Tony Greenstein – un veterano attivista della solidarietà palestinese coinvolto nella fondazione del PSC nel 1982 – che c’era effettivamente un precedente gruppo con lo stesso nome, di cui sapeva poco e che procedeva a stento.

Sembra che sia stato questo gruppo ad essere spiato dalla SDS, anche se non sappiamo ancora fino a che punto.

L’inchiesta di polizia sotto copertura sarà in corso per alcuni anni a venire – restiamo a guardare.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Monitor.

 

 

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