Israele è l’unico stato al mondo in cui la tortura è legale

Gennaio 2021 | Tony Greenstein

https://tonygreenstein.com/2020/01/israel-is-the-only-state-in-the-world-where-torture-is-legal/

I medici israeliani sono complici attivi nell’aiutare e favorire la tortura, ma secondo Emily Thornberry questo è IL MOTIVO PER CUI Israele è un “faro di libertà” [Nella foto si legge: Heba al-Labadee, che è stata torturata, è stata rilasciata lo scorso novembre dopo uno sciopero della fame di 40 giorni].

Secondo Emily Thornberry “Il moderno stato di Israele è un faro di libertà, uguaglianza e democrazia“. Israele è anche l’unico stato al mondo in cui la tortura è legale.

Nel 1987 la Commissione Landau, che fu istituita in seguito all’affare Bus 300, quando due prigionieri palestinesi furono assassinati da alti ufficiali (un generale, Yitzhak Mordecai, fu successivamente promosso al comando della regione meridionale), scoprì che l’uso della violenza, o della “moderata pressione fisica”, come la chiamavano, contro i prigionieri è considerato un metodo di interrogatorio accettabile.

La Commissione ha sostenuto, alla luce di quello che ha chiamato “il concetto del male minore”, che “l’utilizzo della tortura vera e propria… Potrebbe essere giustificata se si scoprisse una bomba che sta per esplodere in un edificio pieno di gente… a prescindere se la carica sarà fatta esplodere in cinque minuti o in cinque giorni.”

Elyakim Rubinstein, giudice della Corte suprema che ha approvato l’uso della tortura

“Per dirla senza mezzi termini, l’alternativa è: dobbiamo accettare il reato di aggressione comportato dallo schiaffo in faccia a un sospettato, o dal minacciarlo al fine di indurlo a parlare e rivelare un deposito di materiali esplosivi destinati a essere utilizzati per un’azione terroristica di massa contro una popolazione civile, per prevenire il male maggiore che sta per accadere? La risposta è ovvia.”

“Il lungo interrogatorio e la privazione del sonno davvero ti distruggono. Ti ammanettano con le mani bloccate dietro lo schienale della sedia, provocando dolore alla schiena, alle gambe alle mani”. MA- Interrogato con “misure speciali” dall’agenzia di sicurezza israeliana (ISA)

Questa era la giustificazione che i nazisti usavano per la tortura. La difesa dello Stato contro i suoi nemici.
Il rapporto della Commissione, presieduta dal giudice della Corte suprema Moshe Landua, afferma:

“Un interrogatorio efficace dei sospettati di terrorismo è impossibile senza l’uso di mezzi di pressione, al fine di superare una volontà ostinata di non divulgare informazioni e per  far superare, alla persona sottoposta a interrogatorio il timore di essere danneggiato dalla sua stessa organizzazione, qualora rivelasse informazioni”.

 “I mezzi di pressione dovrebbero principalmente assumere la forma di pressione psicologica non violenta, attraverso un vigoroso e ampio interrogatorio, con l’uso di stratagemmi, compresi atti di inganno. Tuttavia, quando questi non raggiungono il loro scopo, l’utilizzo di una misura moderata di pressione fisica non può essere evitato”.

Nel 1999 la Corte Suprema, in qualità di Alta Corte, ha stabilito nel Comitato pubblico contro la tortura in Israele contro il governo di Israele, PD 73 (4) 817 (1999) che la legge non consente l’uso della tortura.
Tuttavia ha anche stabilito che in un caso di “bomba ad orologeria” l’uso di tali metodi potrebbe non rendere legalmente colpevoli i torturatori.

Il professor Yuval Shany ha spiegato in “il Ritorno alla Dottrina della Bomba a Orologeria” come la decisione dell’Alta Corte israeliana nel dicembre 2017 nel caso del Procuratore Generale Abu Ghosh v. abbia effettivamente rafforzato la difesa della “teoria della bomba a orologeria” dei torturatori israeliani.

Il Club dei Prigionieri Palestinesi: 73 prigionieri torturati a morte nelle carceri israeliane dal 1967

Il risultato è, come documenta Btselem, che lo Shin Bet ha continuato a usare la tortura come metodo di interrogatorio di routine con la connivenza della Corte Suprema di Israele.
Dal 1967, 73 prigionieri sono stati torturati a morte. Lo scorso dicembre un rapporto di Addameer, dell’Unità di supporto ai Prigionieri Palestinesi e del Gruppo di assistenza Legale lo ha confermato.

Le autorità di occupazione, in particolare l’agenzia di intelligence israeliana “Shabak”, ricorrono alla tortura e ai maltrattamenti come procedure operative standard in un approccio sistematico e su larga scala contro i detenuti palestinesi.

Negli ultimi tre mesi, l’agenzia di intelligence ha sottoposto un certo numero di detenuti nei centri di interrogatorio israeliani a gravi torture fisiche e psicologiche senza alcuna forma di monitoraggio e protezione.

La reazione dello Stato israeliano al rapporto di Addameer è stata quella di imporre un “ordine del bavaglio”, che impedisse loro di stampare i dettagli del caso di tortura. Anche questo, come spiegherà Emily, è un altro esempio della migliore democrazia israeliana!

Giornalista palestinese torturata nelle carceri israeliane

Altri esempi includono la studentessa palestinese di 21 anni, Mays Abu Ghosh, che si trova attualmente in una cella in una prigione israeliana, ed è vittima di torture.

Mays, che è stata arrestata per il suo attivismo, è stata interrogata in modo così violento che i suoi genitori sono riusciti a malapena a riconoscerla – eppure questa orribile storia è stata accolta senza grosse proteste e pochissima attenzione da parte dei media. Il 29 agosto, Mays è stata arrestata a casa sua durante una retata contro studenti attivisti palestinesi, e detenuta con accuse inventate.

Manifestazione di protesta per la morte sotto tortura di Arafat Jaradat nella prigione israeliana G4S

In qualità di giornalista e studentessa, Mays è stata una forte sostenitrice dei diritti dei palestinesi. Ora è torturata per la sua lunga resistenza allo sfollamento, ed è stata etichettata come una “grande terrorista” per il suo lavoro di organizzazione con i compagni studenti contro l’oppressione israeliana dei palestinesi.

I suoi “crimini” includono la partecipazione a una conferenza sul diritto al ritorno dei palestinesi in Libano, nonchè parlare del suo defunto fratello in un programma radiofonico.

Quando i suoi genitori sono stati finalmente autorizzati a farle visita, Mays era talmente piena di lividi e visibilmente ferita da essere quasi irriconoscibile. Sua madre non poteva abbracciarla perché aveva troppo dolore.

Addameer descrive alcune delle tecniche di tortura:

La posizione “a banana”, invenzione israeliana

Torture di posizione (posizioni di stress):

Gli ufficiali dell’intelligence israeliana costringono i detenuti a una serie di posizioni di stress come la posizione della banana, (nella foto qui sopra), la posizione della rana, seduti su una sedia immaginaria, accovacciati, e molte altre posizioni diverse.

Quasi in tutte queste posizioni di stress, i detenuti perderebbero l’equilibrio e cadrebbero a terra, il che porterebbe a un duro pestaggio da parte degli agenti e quindi costringerebbe il detenuto a tornare nella posizione di stress.

Altre posizioni di stress usate includono stare in punta di piedi con le mani ammanettate sopra la testa, a un muro.

Un’altra posizione prevede lo stare seduti su una sedia mentre sono ammanettati dietro la schiena, con le mani posizionate su un tavolo dietro la sedia del detenuto.

Una terza posizione prevede il detenuto sdraiato a terra con le mani incatenate l’una all’altra con manette di ferro e posizionate dietro la schiena. Questa posizione comprende agenti che si siedano sul detenuto per esercitare pressione sul suo corpo, mentre lo picchiano ferocemente.

Pestaggi pesanti:

Gli ufficiali dell’intelligence dell’occupazione israeliana usano metodi estremi di pestaggio contro i detenuti usando le mani, le gambe, le ginocchia e persino le dita.

Gli agenti hanno picchiano, schiaffeggiano, prendono a pugni, colpiscono (con le dita) e prendono a calci i detenuti.

Questi metodi provocano lesioni gravi e mortali che includono costole rotte, incapacità di camminare, contusioni brutali, segni di gonfiore sulla pelle, ferite da ulcera… ecc.

Gli agenti, in alcuni casi più di cinque, sono soliti bendare gli occhi dei detenuti in modo che non si aspettino il pestaggio o sappiano da dove provenga.
Molti di questi detenuti sono apparsi durante le sessioni in tribunale con segni sul corpo, esprimendo un forte dolore, o in alcuni casi sono arrivati ​​su una sedia a rotelle.

In uno dei casi, il pestaggio è stato commesso con l’intenzione di uccidere il detenuto, che è stato infatti trasferito in ospedale in gravi condizioni dopo circa 30 ore di pestaggi severi ed estremi.

In un altro caso, il duro pestaggio ha preso di mira le ferite causate da un cane poliziotto durante l’arresto. Gli interrogatori si sono accaniti su quelle ferite, provocate in precedenza e che erano principalmente sulla zona genitale del detenuto, provocando la riapertura delle ferite due volte.

In molti altri casi, è stato utilizzato il metodo si strappare i peli del viso dalle radici provocando lesioni e segni di gonfiore.

Privazione del sonno:

Questa tecnica è implementata con metodi diversi, in alcuni casi i detenuti trascorrono una ventina di giorni dormendo da una a tre ore al giorno.

Anche quando quei detenuti vengono mandati nelle loro celle a dormire, vengono disturbati dai suoni forti e inquietanti emessi dalle guardie carcerarie, dalle voci degli altri detenuti che vengono picchiati duramente o dal rumore dei colpi sulle porte delle loro celle.

In alcuni casi, la privazione del sonno si protrae dalle 30 alle 60 ore continue, durante le quali il detenuto non viene mandato a dormire affatto o viene svegliato qualora si addormentasse durante l’interrogatorio.

Alcuni detenuti sono duramente schiaffeggiati sul viso per svegliarli, altri vengono spruzzati con l’acqua.
I detenuti hanno descritto gli schiaffi come estremamente forti, da provocare vertigini.

L’utilizzo dei membri della famiglia (ricatto emotivo):

Torture e maltrattamenti psicologici sono utilizzati sulla maggior parte di questi detenuti, concentrandosi sulle minacce contro i loro familiari e i loro cari.

Le forze di occupazione israeliane utilizzano la politica della punizione collettiva, arrestando e portando alcuni membri della famiglia principalmente al centro interrogatori di al-Mascobiyya e alla prigione di Ofer.

Otto membri della famiglia per sette diversi detenuti sono stati arrestati e altri dieci membri della famiglia sono stati condotti in carcere per essere interrogati. Alcuni di questi parenti sono stati tenuti per diversi giorni, mentre altri sono stati trattenuti per ore.

In tutti i casi, i familiari e le persone care sono stati arrestati per fare pressione sugli stessi detenuti.
Gli interrogatori hanno fatto supporre ai detenuti che i loro parenti fossero stati arrestati e che anche loro sarebbero stati torturati. I parenti includevano padri, madri, fratelli, figlie, mogli, ecc.

Ragazzi palestinesi travestiti da prigionieri protestano per il rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, Gaza City, 21 aprile 2007

Interrogatori nelle prigioni segrete israeliane:

Almeno uno dei detenuti di cui Addameer ha documentato i casi ha affermato di essere stato portato in centri sconosciuti.

Il detenuto ha detto che gli agenti in questo centro erano tutti coperti e indossavano un’uniforme diversa dalle solite uniformi note. In passato è stato rivelato che Israele ha prigioni segrete che vengono rimosse dalle mappe e dalle fotografie aeree.

Altri come Samir Arbeed sono rimasti permanentemente disabili a causa delle loro esperienze.

Un prigioniero è stato torturato prima della sua morte nelle carceri israeliane, afferma l’AP. La morte del 30enne ha provocato tumulti e Hebron. 3 palestinesi e un soldato israeliano sono rimasti feriti.

Ciò che è particolarmente riprovevole è il coinvolgimento del personale medico israeliano nell’uso della tortura. Medici che controllano i prigionieri in modo che possano aiutare i torturatori a decidere quanto possano ancora spingersi, che dichiarano quando un prigioniero è idoneo a subire ulteriori torture e che mentono deliberatamente nei referti medici per coprire i torturatori.

Mi vengono in mente i confronti con i medici americani che hanno collaborato con la CIA nel water boarding e con i medici delle SS.

E lungi dall’opporsi, l’Associazione Medica Israeliana dà il via libera a questi medici, perché continuino a fare quello che stanno facendo.

Physicians for Human Rights-Israel ha affermato che se l’IMA si rifiutasse di consentire ai medici di prestare servizio nelle unità di sicurezza che utilizzano comunemente la tortura, la pratica si fermerebbe. La presenza medica in queste unità offre legittimazione morale agli interrogatori israeliani.

Yoram Blachar, WMA

Nel 2009, più di 700 medici da tutto il mondo hanno chiesto al presidente israeliano della World Medical Association, Yoram Blachar, di dimettersi, definendolo “non idoneo alla carica” e affermando che abbia chiuso un occhio sul “coinvolgimento istituzionalizzato dei medici” nella tortura in Israele.

In una lettera hanno detto che la nomina di Blachar, che era presidente dell’associazione medica israeliana a presidente della WMA, era “motivo di grave preoccupazione”.
I firmatari, che includevano professori e medici di 43 paesi, hanno detto che la nomina “prende in giro i principi su cui è stata fondata la WMA nel 1947, che era una risposta agli abusi eclatanti da parte di Germania e Giappone nella seconda guerra mondiale”. Altri noti medici che hanno sostenuto l’uso della tortura da parte di Israele includono Sir Michael Marmot, ex presidente della WMA e professore all’UCL.

Michael Marmot, presidente della WMA, segue la tradizione della WMA, chiudendo un occhio e approvando l’utilizzo della tortura da parte di Israele

Lo scorso novembre Heba al-Labadi e Abdul Rahman Mi’ri, due giordani che erano stati selvaggiamente torturati, sono stati rilasciati dalla detenzione amministrativa (cioè la prigione senza processo).
Heba ha condotto uno sciopero della fame di 40 giorni che ha costretto il governo giordano a insistere per il rilascio dei suoi cittadini o, peggio, per affrontare un congelamento delle relazioni diplomatiche.
L’arresto di Labadi Mi’ri, un sopravvissuto al cancro, è stato disastro per pubbliche relazioni con Israele.

 

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