Siamo un gruppo di persone provenienti da diverse realtà ed esperienze in giro per l’Italia, e non solo. Tuttx con l’interesse e la volontà di portare, per quanto possibile, solidarietà al popolo palestinese e alla loro lotta contro l’occupazione e per l’autodeterminazione.
L’attuale contesto sociale, storico e politico nel quale la pandemia di Covid-19 sta monopolizzando le diverse forme di informazione mediatica, per ragioni che possiamo comprendere, ci ha portato a riflettere sulla cruciale importanza di riprendere le maglie del discorso e tornare a parlare di Palestina, dando voce direttamente a chi, quotidianamente, ci vive e ci lotta.
L’informazione mediatica dei canali mainstream, giornali e tv, non è solo distorta e lontana dalla realtà palestinese ma è allo stesso tempo volutamente mistificata da cieche narrazioni xenofobe. La colonizzazione sionista dell’informazione, nel panorama mondiale, ha permesso il perpetuarsi di una falsa storificazione degli eventi, oltre che l’eliminazione dal dibattito pubblico dalle scuole e dal contesto sociale, del drammatico stato di apartheid e di colonizzazione che vive attualmente la Palestina.
Il racconto che ci giunge quotidianamente riprende la voluta decisione internazionale di identificare l’apartheid in Palestina come un mero conflitto tra due popoli eguali, appellandosi alla pace e all’equidistanza. Sappiamo che non è cosi.
Crediamo nella necessità di riprendere i brandelli di una storia eliminata dalla coscienza globale, appoggiando una narrazione che si svincoli dalla forma, spesso paternalistica, di fare informazione dall’alto. Vogliamo dunque far sentire le parole pronunciate dalle persone che vivono e combattono quotidianamente lo stato segregazionista.
Quello che accade in Palestina è un lento e silenzioso processo di occupazione militare, sociale, politico e culturale, fatto di abusi e violenze quotidiane, che si nutre del complice silenzio della comunità internazionale. Urge dunque ribaltare la visione che dipinge la situazione palestinese come un evento passato, compiuto e giunto ormai al suo termine. Una storia che raccontano i libri e che possono analizzare solo gli esperti accademici in giro per il globo.
La dinamica è al contrario molto semplice, e per capirla sono sufficienti pochi minuti sul campo: da una parte ci sono i coloni e dall’altra i colonizzati.
Il nostro intento è ribadire con forza l’esistenza di questa dicotomia, dando voce agli ultimi e agli oppressi di questa terra dannata.
Abbiamo deciso di organizzare un ciclo di interviste con compagni e compagne dalla Palestina. La seconda puntata che vi proponiamo riguarda la situazione della detenzione in Palestina e dell’uso indiscriminato che Israele ne fa in particolare nei confronti delle donne Palestinesi.
Ne abbiamo parlato con Miassar Ateyani, che è la direttrice dell’ufficio di Nablus della General Union of Palestinian Women (Gupw), fondata nel 1965 e ramo dell’Olp che si occupa delle donne palestinesi nei Territori occupati e nella diaspora. La storia personale di Miassar è una lunga storia di militanza politica: da sempre attiva nella sinistra radicale palestinese e per questo più volte detenuta in carceri israeliane.
Nonostante le difficoltà e le contraddizioni della società palestiese, le donne sono e sono sempre state sono un elemento fondamente e protagoniste della resistenza palestinese. Israele vede queste donne come un pericolo e pertanto obiettivo centrale delle sue politiche repressive, perché distruggono quello stereotipo di cui Israele si serve per proclamarsi unica democrazia del Medioriente, una lume nel buio per i diritti delle donne, cercando così di nascondere la realtà delle sue politiche, basate su razzismo e islamofobia.
Abbiamo chiesto a Myassar come sia e come portino avanti oggi la lotta al patriarcato e all’occupazione e apartheid israeliana.
Quale sia la situazione delle donne detenute nelle carceri israeliane e come possiamo noi supportare e portare loro la nostra solidarietà.
Di seguito il podcast dell’intervista…
…e alcune foto della grafiche attacchinate nei quartieri a Roma e Torino!