Israele libera la giornalista palestinese dagli arresti domiciliari e le impone il servizio alla comunità

12 luglio 2023

Israel releases Palestinian journalist from house arrest, imposes community service – Middle East Monitor

La giornalista palestinese Lama Ghosheh il 21 marzo 2023 presso il tribunale israeliano di Gerusalemme [HIBA ASLAN/AFP – Getty Images]

Il tribunale distrettuale israeliano ha ordinato ieri alla giornalista palestinese, Lama Ghosheh, di svolgere nove mesi di servizio alla comunità dopo i 10 mesi di arresti domiciliari e il divieto di social media che si è concluso oggi.

Secondo l’agenzia di stampa Wafa, ieri il tribunale le ha anche inflitto una pena sospesa di tre anni, il che significa che potrebbe essere incarcerata fino a sei mesi “in caso di qualsiasi violazione commessa” per un periodo di tre anni.

Ghosheh, 30 anni, è madre di due figli e lavora come giornalista freelance. È stata detenuta dalle forze di occupazione dalla sua casa di famiglia nel quartiere di Sheikh Jarrah nel 2021 e la sua detenzione è stata prolungata più volte.

Oltre al servizio alla comunità e alla sospensione di tre anni, il tribunale le ha anche inflitto una multa di 4.500 shekel ($ 1.220), ha detto il suo avvocato, Nasser Odeh, giurando di presentare ricorso contro il verdetto.

In un comunicato, il sindacato dei giornalisti ha condannato il verdetto che, a suo dire, “aggrava le violazioni commesse dalle autorità di occupazione contro i giornalisti nell’ambito del loro lavoro professionale e della loro libertà di opinione e di espressione”.

I giornalisti palestinesi affrontano crescenti minacce, intimidazioni e violenze poiché le loro libertà sono limitate dall’occupazione israeliana.

La Società della Mezzaluna Rossa Palestinese ha evacuato cinque giornalisti intrappolati dalle forze di occupazione israeliane all’interno di una casa nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania, mentre coprivano l’attacco militare che Israele ha lanciato all’inizio di questo mese, ha riferito l’agenzia Anadolu.

Il Comitato di supporto ai giornalisti con sede a Beirut ha criticato l’obiettivo delle squadre di stampa aggiungendo che questo fa parte dello sforzo di Israele per nascondere i suoi crimini alla comunità internazionale e mettere a tacere la narrativa palestinese.

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