Denuncia l’apartheid israeliano e il greenwashing

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31 agosto 2023             Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC)

La Palestina è una questione di giustizia climatica
In tutto il mondo, gruppi di base sono impegnati in sforzi costanti per mobilitarsi a favore dei diritti degli indigeni alla terra e alle risorse, alla sostenibilità, contro lo sfruttamento degli agricoltori, contro il colonialismo climatico e le false soluzioni per combatterlo.

La Palestina è una parte di queste mobilitazioni. L’Apartheid Israele sta effettuando da decenni la pulizia etnica degli indigeni palestinesi dalle loro case, dalle loro terre, dai loro villaggi e dalle loro fattorie. Aziende israeliane come Mekorot e Netafim rubano risorse ai palestinesi e le indirizzano verso insediamenti coloniali illegali. Le stesse aziende ripuliscono i loro crimini fingendosi aziende che forniscono “soluzioni” sostenibili in tutto il mondo, quando in realtà queste false soluzioni consentono la privatizzazione delle risorse e lo sfruttamento delle comunità locali. Altre aziende israeliane come Haifa Chemicals e Adama contribuiscono alla distruzione causata dagli agrotossici.

Le cosiddette “organizzazioni di beneficenza” come il razzista e coloniale Jewish National Fund costruiscono “parchi” in cima ai villaggi palestinesi etnicamente puliti per nasconderli. E aziende come Siemens e Chevron traggono profitto dal business del gas fossile che alimenta l’apartheid israeliano e le sue gravi violazioni dei diritti dei palestinesi da un lato e la crisi climatica dall’altro.

Aziende come HD Hyundai, PUMA, AXA e Barclays affermano di essere preoccupate per la giustizia climatica pur essendo complici dell’apartheid contro i palestinesi. Ai vertici sul clima, come l’imminente piattaforma COP28, queste aziende aiutano a ripulire i loro crimini, mettendo a tacere le voci democratiche di base.

Leggi la dichiarazione della BNC sulla COP28

Queste lotte sono legate alle lotte globali di base per i diritti fondiari degli indigeni, per la sostenibilità e contro la catastrofe climatica causata dall’avidità delle multinazionali. Insieme, ci opponiamo alle strutture globali del neoliberismo e del colonialismo e sfidiamo la grave disuguaglianza causata da queste strutture nelle nostre comunità.

Il 4 settembre, unisciti a noi per una giornata di azione sui social media per evidenziare le campagne in corso per smascherare il greenwashing e il bluewashing israeliano, anche in occasione di vertici globali come la COP28. Unisciti a noi nel presentare un fronte progressista unito di base contro l’oppressione e, soprattutto, contro i tentativi di rendere verde l’oppressione ovunque.

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