15 dicembre 2023
Venerdì 15 dicembre, i soldati e la polizia israeliani hanno bloccato ancora una volta l’ingresso della maggior parte dei fedeli nella moschea di Al Aqsa. Tra gli esclusi c’erano molti bambini piccoli che hanno tentato di entrare ma sono stati impediti dai soldati e dalla polizia israeliani.
I soldati e la polizia hanno anche spintonato e picchiato molte persone lontano dai cancelli di Al Aqsa, lungo la Via Dolorosa, fuori dalla Porta dei Leoni e oltre, spingendo anche alcune donne. Almeno un giornalista è stato picchiato duramente e ha avuto bisogno di cure mediche.
Israele ha posto l’assedio alla moschea di Al Aqsa dal 7 ottobre. In diversi luoghi di Al Quds (il nome arabo della città di Gerusalemme che significa “la santa”), gruppi di persone ancora una volta si sono avvicinati il più possibile alla moschea di Al Aqsa, hanno steso i loro tappetini da preghiera e hanno pregato.
Nello stesso momento in cui la polizia e i soldati negano ai fedeli l’ingresso alla moschea di Al Aqsa per la preghiera del venerdì, stanno profanando altre moschee, come quella di Jenin, dove i soldati hanno dipinto le moschee con spray, vi hanno gettato dentro la spazzatura e hanno cantato canzoni attraverso gli altoparlanti usati per trasmettere la chiamata alla preghiera.
Gli attacchi ai luoghi di culto sono contrari alle regole della guerra, ma finora l’esercito e la polizia israeliani hanno preso di mira moschee e chiese a Gaza e in Cisgiordania e lo hanno fatto senza ripercussioni da parte di organismi politici internazionali come la Corte penale internazionale o le Nazioni Unite.