Uccisioni e incursioni senza sosta in Cisgiordania

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27 gennaio 2024 | International Solidarity Movement | Cisgiordania

Diana Khwaelid

Le forze di occupazione israeliane hanno ucciso quattro palestinesi in Cisgiordania in 4 giorni, durante le incursioni in diverse città dal 12 al 15 gennaio.

Funerali di Khaled Zubaidi, 19 anni, a Tulkarem. Credito: ISM

Dal 7 ottobre 2023, la Cisgiordania è stata testimone di incursioni israeliane su larga scala, che hanno coinvolto l’assalto di città, villaggi e campi e l’esecuzione di omicidi e arresti di giovani palestinesi. Tulkarem in particolare è stata testimone di molte più operazioni simili che mai.

Tulkarem

Il 12 gennaio, le Foi hanno preso d’assalto il villaggio di Zita, a nord-est della città di Tulkarem, verso le 20:30, aprendo il fuoco sui giovani palestinesi e uccidendo un giovane studente, Khaled Zubaidi. Aveva 19 anni ed era originario del villaggio di Zita, studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università Tecnica Palestinese di Kadoori. Altri due sono rimasti feriti.

Anche i campi profughi di Tulkarem e Nur Shams sono stati testimoni di continue incursioni negli ultimi mesi.

Nablus

La stessa settimana, l’esercito israeliano ha preso d’assalto la città di Nablus e ha aperto il fuoco indiscriminatamente sui palestinesi per strada. Un uomo anziano è stato ferito dopo essere stato colpito all’addome, un ragazzo palestinese di 15 anni ha riportato un trauma cranico ed è stato portato in ospedale, e un giovane palestinese, Abboud al-Shami, è stato arrestato.

Le Foi attaccano Nablus. Credito: ISM

Al-Khalil

La sera di lunedì 15 gennaio, le Foi hanno preso d’assalto la città di Dora, a sud di Al-Khalil. Lì hanno aperto il fuoco, uccidendo un giovane e una giovane ragazza, Mohammed Abu Saba, 22 anni, e Ahed Mohammed, 23 anni. Entrambi erano residenti a Dora, e sono stati uccisi semplicemente perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, le forze di occupazione hanno ferito altre nove persone, quattro delle quali gravemente.

Mohammed Abu Saba, 22 anni e Ahed Mohammed, 23 anni, uccisi ad Al-Khalil. Credito: WAFA.

Tulkarem, Nablus

La sera di lunedì 15 gennaio, le forze israeliane hanno aperto il fuoco su un palestinese del villaggio di Beit Furik, a Nablus. La sparatoria è avvenuta vicino al checkpoint di Annab che collega Tulkarem e Nablus, nel nord della Cisgiordania.

In quel momento, quando le forze di occupazione israeliane hanno chiuso la strada, impedendo ai cittadini di entrare e uscire sia da Tulkarem che da Nablus, un soldato israeliano ha fermato un’auto che trasportava Fares Khalifa del campo di Nur Shams, un ufficiale del Servizio di sicurezza preventiva palestinese e un prigioniero liberato, che ha trascorso 8 anni nelle carceri dell’occupazione israeliana.

Khalifa si è rifiutato di scendere dall’auto, violando gli ordini del soldato. Dopo aver esaminato la sua carta d’identità palestinese, il soldato israeliano ha rimosso con la forza Khalifa dall’auto, lo ha ammanettato e gli ha sparato, secondo testimoni oculari che erano nella zona. Khalifa è morto sul colpo.

Al momento della sparatoria di Fares Khalifa, la sua famiglia nel campo di Nur Shams era ancora in lutto per la morte dell’altro figlio, Farsan. Ex prigioniero delle forze di occupazione, è stato rilasciato e deportato a Gaza, dove è stato ucciso in guerra poche settimane fa.

Le continue incursioni israeliane, che stanno aumentando di intensità, in concomitanza con la continuazione dell’attacco genocida da parte delle forze di occupazione a Gaza, hanno lasciato molti palestinesi in un costante stato di tristezza, paura e tensione, mentre continuano ad affrontare un momento considerevolmente più pericoloso di quello che avrebbero dovuto affrontare.  Il paese  ne è testimone da molti anni.

Fares Khalifa, 37 anni, ucciso vicino a Tulkarem. Credito: WAFA.

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