8 luglio 2024
https://www.middleeastmonitor.com/20240708-gaza-death-toll-could-be-over-186000-report/
La rivista medica britannica, The Lancet, ha emesso un monito straziante, ovvero che il vero bilancio delle vittime del conflitto di Gaza potrebbe essere di oltre 186.000, pari all’8% della popolazione di Gaza, riferisce l’Agenzia Anadolu.
L’attuale bilancio ufficiale delle vittime è di circa 38.200, secondo fonti del governo di Gaza.
Tuttavia, il recente rapporto del Lancet pubblicato venerdì e intitolato “Counting the Dead in Gaza: Difficult but Essential”, suggerisce che questa cifra rappresenti una significativa sottovalutazione.
Il vero numero include probabilmente migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie e coloro che hanno ceduto agli effetti secondari del conflitto, come la malnutrizione, le malattie e la mancanza di cure mediche.
Un importante contributo alla perdita di vite umane è stato dato dalle 14.000 bombe, ciascuna del peso di 2.000 pounds, fornite dagli Stati Uniti a Israele. Queste bombe non solo hanno causato vittime immediate, ma hanno anche devastato le infrastrutture di Gaza, portando a ulteriori morti.
La distruzione di strutture sanitarie, reti di distribuzione di cibo e sistemi igienico-sanitari ha lasciato la popolazione in uno stato pericoloso.
Il Lancet evidenzia la difficoltà di raccogliere dati accurati a causa della distruzione diffusa.
Il numero di morti riportate è probabilmente una sottostima. L’organizzazione non governativa Airwars effettua valutazioni dettagliate degli incidenti nella Striscia di Gaza e spesso scopre che non tutti i nomi delle vittime identificabili sono inclusi nell’elenco del ministero. Inoltre, le Nazioni Unite stimano che, al 29 febbraio 2024, il 35 per cento degli edifici nella Striscia di Gaza era stato distrutto, quindi il numero di corpi ancora sepolti nelle macerie è probabilmente sostanziale, con stime di oltre 10.000.
Il report ha avvertito:
Il bilancio totale delle vittime dovrebbe essere elevato data l’intensità di questo conflitto; infrastrutture sanitarie distrutte; grave carenza di cibo, acqua e riparo; incapacità della popolazione di fuggire in luoghi sicuri; e la perdita di fondi per l’UNRWA, una delle pochissime organizzazioni umanitarie ancora attive nella Striscia di Gaza
Nove mesi dopo l’inizio della guerra israeliana, vasti tratti di Gaza giacciono in rovina in mezzo a un blocco paralizzante di cibo, acqua pulita e medicine.
Israele è accusato di genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia, la cui ultima sentenza ha ordinato di interrompere immediatamente le operazioni militari nella città meridionale di Rafah, dove oltre un milione di palestinesi avevano cercato rifugio dalla guerra prima che fosse invasa il passato 6 maggio.