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25 luglio 2024
19 giugno – Una volta all’anno, i cieli di Burin si animano con uno smagliante spettacolo di colori e resilienza. Il festival degli aquiloni, organizzato da residenti e attivisti, riunisce la comunità in una gioiosa celebrazione di resistenza e gioia incrollabile. Sullo sfondo dell’occupazione, questo festival è diventato un potente simbolo delle lotte quotidiane e dello spirito incrollabile della gente di Burin.
Dal 2008, il villaggio di Burin ospita il festival degli aquiloni quasi ogni anno. Questo piccolo villaggio, incastonato tra le dolci colline della Cisgiordania settentrionale, ospita quasi tremila residenti che hanno amato questa terra per secoli. Circondati da tre insediamenti israeliani illegali e oppressivi, gli abitanti di Burin affrontano sfide e aggressioni costanti, ma rimangono saldi nel loro legame con la loro casa e con i bambini di questa città.
Sono sfidati a trovare sorrisi e felicità contro la brutalità dell’occupazione, ma con gelato, giocattoli e il dono della canzone sono trionfanti. Questa affermazione può sembrare esagerata ad alcuni, ma per la gente di Burin riflette la loro dura realtà. Le Forze di occupazione israeliane (IOF) invadono regolarmente il villaggio, saccheggiando case, arrestando residenti senza accuse e instillando paura tra le famiglie. Anche i coloni delle colline circostanti rappresentano una minaccia costante, attaccando gli abitanti del villaggio, bruciando ulivi e sconvolgendo la vita quotidiana. Le strade sono spesso bloccate arbitrariamente nel tentativo di torturare psicologicamente questa città.
Di fronte a tali avversità, il Festival degli aquiloni è un faro di speranza e meraviglia. Bambini e famiglie si riuniscono sul terreno che i loro antenati hanno coltivato per generazioni, facendo volare aquiloni che simboleggiano libertà e sfida. La vista degli aquiloni che si librano in alto sopra gli insediamenti e oltre il filo spinato è un potente promemoria che Burin rimane resiliente e intatto.
Il festival è organizzato dal Bureen Club e da Ghassan Najjar, un residente che si rifiuta di rinunciare alla sua terra o al suo popolo. Mentre il festival celebra il suo 16° anno, i residenti riflettono sul suo significato: “Mentre israeliani e coloni cercano di impedirci di andare nelle nostre terre e le rubano, è bello vedere volontari da tutto il mondo che vengono ogni volta per darci la loro solidarietà con noi palestinesi che stiamo lottando contro questa occupazione e per riflettere l’immagine dei palestinesi che siamo un popolo accogliente e che amiamo anche la vita”, ha affermato Ammar, un ingegnere e residente di Burin
La semplicità del festival smentisce il suo profondo impatto. Ogni aquilone, adornato con la bandiera palestinese, utilizzando plastica riciclata o semplicemente giallo come il sole, invia un messaggio chiaro agli occupanti: questa terra è palestinese e lo spirito del suo popolo non si estinguerà. Nonostante le minacce e le intimidazioni delle IOF, Ghassan e i suoi colleghi organizzatori rimangono ribelli. Non c’è intimidazione nella bellezza e nel sogno degli aquiloni, tuttavia, l’assurdità dei tentativi dell’occupazione di reprimere anche gli atti di gioia più innocenti è sempre presente.
Quest’anno, il festival funge anche da dimostrazione di solidarietà per i bambini di Gaza e da memoriale per 3 bambini assassinati dalle IOF:
Muataz Eid (12) – 22/11/2023
Amer Najjar (9) – 5/3/2024
Mohammed Eid (19) – 6/3/2024
Membri della loro comunità e famiglia erano presenti mentre l’intero festival chiedeva anche l’unità palestinese. In coordinamento con i resilienti di tutto il mondo, gli aquiloni saranno fatti volare simultaneamente in una dimostrazione di solidarietà. Bambini e famiglie da tutta la Cisgiordania si uniranno al festival, facendo volare i loro aquiloni sopra gli insediamenti, reclamando il cielo con centinaia di bandiere palestinesi.
Il Burin Kite Festival è una testimonianza della resilienza e della determinazione del popolo palestinese. Tra musica, qualche danza discreta e le risate gioiose dei bambini, il festival trasmette un messaggio semplice ma profondo: il diritto di sorridere, divertirsi, essere felici e vivere liberamente. Mentre gli aquiloni si librano alti sopra Burin, portano con sé le speranze e i sogni di un popolo che si rifiuta di essere messo a tacere.
Lunga vita alla Palestina.