In ricordo di Ayşenur

25 ottobre 2024 – Beita

Remembering Ayşenur – International Solidarity Movement

I volontari internazionali hanno continuato a tornare a Beita dopo l’omicidio di Ayşenur, membro dell’International Solidarity Movement, nonostante l’esercito israeliano abbia represso violentemente le dimostrazioni pacifiche.

Venerdì 25, la giornata è iniziata con tesi scontri da parte delle forze israeliane, che hanno costretto palestinesi e volontari a eludere i soldati e i gas lacrimogeni.

Dopo la ritirata dell’esercito, tuttavia, un gruppo di volontari internazionali è finalmente riuscito a riunirsi al memoriale di Ayşenur. Questo momento è stato profondamente emozionante, in onore di una giovane vita rubata all’improvviso nel mezzo di una più ampia lotta per la libertà a Beita e in tutta la Palestina.

Dal 2021 questo villaggio in Cisgiordania ha dovuto affrontare continue aggressioni, che hanno portato le forze israeliane a uccidere 17 palestinesi.

Noto per la sua lunga storia di resistenza contro le espansioni illegali degli insediamenti israeliani, Beita è diventato un punto focale di repressione. I residenti di Beita continuano a protestare contro il sequestro di terreni sulla vicina Jabal Sabih, una collina dove i coloni hanno stabilito un avamposto illegale (che di recente è diventato un insediamento), che domina strategicamente il villaggio.

La vita su questa terra è parte integrante della comunità di Beita e ora i residenti protestano sulla collina ogni settimana. Per molti a Beita, le perdite degli ultimi anni sono un doloroso promemoria dei costi duraturi dell’occupazione. Il governo israeliano ha ampiamente liquidato queste proteste come una questione di “sicurezza”, ma la gente del posto le vede come una necessaria resistenza contro lo sfollamento forzato.

Per i palestinesi, la creazione di nuovi insediamenti non solo usurpa la loro terra, ma accresce anche il senso di ingiustizia e alienazione avvertito sotto l’occupazione militare. In questo spazio solenne, circondato dai ricordi di Ayşenur e di altri perduti nella lotta, i volontari e gli altri hanno cercato conforto nella convinzione che lei, come coloro che l’hanno preceduta, è in pace e, come ha detto una volontaria, “in cammino verso Jannah”.

Tutte le foto dal sito: International Solidarity Movement – Nonviolence. Justice. Freedom.

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