20 settembre 2024
I residenti del villaggio di Zanuta (nella zona più a sud della Cisgiordania occupata) recentemente tornati sono stati nuovamente colpiti da pratiche coloniali da parte delle forze israeliane.
Tre settimane dopo essere tornati nella loro terra e nelle loro case, che erano state distrutte dai coloni, dopo aver subito attacchi quotidiani da parte dei coloni e molestie da parte dell’esercito, e dopo essere stati esclusi dalla ricostruzione delle case distrutte o persino dalla costruzione di una recinzione per il loro bestiame, i cittadini hanno ricevuto un ultimatum dall’amministrazione civile israeliana. L’ordine ha dato agli abitanti del villaggio 30 giorni per accettare quella che definisce un'”offerta” di trasferirsi altrove; altrimenti le forze israeliane demoliranno le case già distrutte.Questa è un’illusione di offrire una “soluzione” e una copertura per mostrare alla comunità internazionale che il regime israeliano ha “buone intenzioni” offrendo soluzioni che i palestinesi in realtà non possono accettare. In realtà, il luogo alternativo “offerto” si trova nell’Area C contigua all’Area B della Cisgiordania, continuando quindi l’attuazione della ghettizzazione dei palestinesi in aree densamente popolate nell’Area A e B. Inoltre, il luogo è circondato da avamposti con coloni estremamente violenti, esponendo i palestinesi al rischio sicuro di un aumento della violenza dei coloni. Infine, la terra designata come alternativa è stata considerata terra di Stato (“proprietà” dello Stato israeliano), ma è in realtà terra privata palestinese che lo Stato coloniale non riconosce come tale.
È fondamentale per questa storia ricordare che i residenti di Zanuta sono stati forzatamente sfollati dalla loro terra lo scorso novembre a causa della violenza dei coloni e sono tornati il mese scorso, dopo che una corte israeliana ha stabilito che potevano farlo sotto la “protezione” dell’esercito israeliano.