Il Libano merita la pace, così come Gaza

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5 dicembre 2024        Hassan Abo Qamar  

Nonostante diverse violazioni e una situazione profondamente imprevedibile, la tregua in Libano iniziata il 27 novembre sta quasi tenendo.

Una veglia per il leader assassinato di Hezbollah Hasan Nasrallah si è tenuta a Beirut il 1° dicembre, pochi giorni dopo che era stato concordato un cessate il fuoco in Libano. Julia ZimmermannSIPA

A Gaza, il cessate il fuoco in Libano è stato accolto sia con sollievo, per la sicurezza di un alleato vicino, sia come un doloroso promemoria del nostro isolamento. Il popolo libanese potrebbe trovare un momento di tregua, ma Gaza è lasciata a lottare con il suo incubo in corso.

Questo solleva domande difficili: siamo stati dimenticati, anche da coloro che storicamente sono stati al nostro fianco? Siamo stati abbandonati dai nostri alleati?

Questo significa che il genocidio contro Gaza continuerà indefinitamente?

Il movimento libanese Hezbollah è da tempo il più stretto alleato di Gaza, dimostrando una solidarietà incrollabile nei momenti più bui. La tregua porta speranza ai bambini e alle famiglie libanesi, che finalmente potrebbero godere di un senso di sicurezza.

È confortante immaginare un bambino in Libano che gioca liberamente, studia per gli esami o dorme pacificamente in una casa sicura. Per coloro che si trovano a Gaza, a lungo privati ​​di tale pace, questa prospettiva è sia toccante che agrodolce.

Dopo che la notizia del cessate il fuoco è stata diffusa, Hamas ha annunciato ancora una volta di essere pronta a raggiungere un accordo di cessate il fuoco “serio” a Gaza.

Il movimento ha anche lodato il ruolo fondamentale di Hezbollah nel sostenere Gaza, evidenziando i sacrifici della sua leadership, in particolare l’assassinio dell’ex leader Hasan Nasrallah in un attacco aereo israeliano.

Osama Hamdan, un importante leader di Hamas, ha espresso una nota simile nei suoi commenti ai media: “Qualsiasi annuncio di cessate il fuoco in Libano è benvenuto. Hezbollah è stato al fianco del nostro popolo e ha fatto sacrifici significativi”.

Dolore condiviso
Una discussione tra amici ha prodotto un misto di invidia e felicità. Tuttavia, tutti erano d’accordo su un punto: la nostra sofferenza non significa che la auguriamo agli altri.

Nessuno si è sentito abbandonato dal Libano. Piuttosto, come ha detto un amico, si sentono abbandonati dal mondo.

“Il mondo ha ignorato le sue stesse leggi e regole per Israele. Quindi, penso che la maggior parte di noi si senta già dimenticata. Ma almeno il Libano si è fatto avanti. Speravo che potessimo raggiungere un cessate il fuoco insieme, ma siamo comunque felici di vedere che gli altri non soffrono”.

Altri hanno espresso profonda gratitudine per i sacrifici fatti dal popolo libanese e da Hezbollah. Il cessate il fuoco in Libano porta sollievo ai libanesi.

Solo coloro che hanno vissuto la guerra possono veramente comprendere l’immenso valore di vivere senza una paura costante.

La guerra è una maledizione. Lo è ancora di più quando, come vediamo a Gaza, ci si confronta con un nemico che non teme conseguenze e non mostra alcun riguardo per la vita umana.

Israele ucciderà, infrangerà le regole, farà morire di fame le persone e commetterà ogni genere di crimine, fino al genocidio (o forse no?).

E a Gaza, questo genocidio continua. Per settimane, i bombardamenti incessanti hanno mietuto migliaia di vite innocenti, con centinaia di morti ogni settimana.

La distruzione ha lasciato 2,3 milioni di persone affamate, senza casa e disperate. Il mondo rimane in gran parte in silenzio.

I media travisano la situazione come una “guerra”, sottintendendo un conflitto alla pari tra forze opposte, piuttosto che l’evidente massacro di una popolazione civile da parte di uno degli eserciti più potenti del mondo.

Il silenzio dei governi mondiali e l’indifferenza che lo accompagna pesano molto sulle persone qui, e sorge spontanea la domanda: questo genocidio finirà mai?

Ciò che rimane immutato sia a Gaza che in Libano è la fonte della sofferenza.

La colpa non ricade sulla terra o sulla gente, ma sulle azioni di uno stato che viola il diritto internazionale e commette atrocità impunemente. Questo aggressore, incoraggiato dalla mancanza di responsabilità, rappresenta una minaccia per l’intera regione e oltre.

La sofferenza a Gaza e in Libano dovrebbe ricordare al mondo che l’inazione di oggi porterà solo a una sofferenza maggiore domani.

A Gaza, questo non influisce solo sulla sopravvivenza fisica delle persone qui, ma anche sul loro benessere mentale ed emotivo. La minaccia quotidiana di attacchi aerei, la costante perdita di vite umane e il dolore senza fine stanno avendo un impatto irreversibile sulle nostre vite.

Il dolore condiviso e la resilienza del popolo libanese e palestinese sono una testimonianza del loro spirito indistruttibile. Il popolo di Gaza si aggrappa alla speranza che il Libano possa trovare la pace, anche se rimaniamo intrappolati nella nostra continua lotta.

Nonostante le difficoltà, continuiamo a credere che, un giorno, la giustizia e l’umanità prevarranno.

Hassan Abo Qamar è uno scrittore che vive a Gaza.

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