1 giugno 2025
L’equipaggio di 12 persone, tra cui l’attivista per il clima Greta Thunberg, prevede di impiegare sette giorni per raggiungere Gaza.

Gli attivisti della Freedom Flotilla Coalition salgono a bordo dell’imbarcazione Madleen, prima di salpare per Gaza, in partenza dal porto siciliano di Catania, Italia, il 1° giugno 2025 [Salvatore Cavalli/AP Photo]
L’organizzazione internazionale no-profit Freedom Flotilla Coalition (FFC) afferma che una delle sue imbarcazioni ha lasciato la Sicilia per consegnare aiuti umanitari a Gaza, dopo che un precedente tentativo è fallito a causa di un attacco di droni contro un’altra nave nel Mediterraneo. L’equipaggio di 12 persone, tra cui l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg e l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, è salpato domenica a bordo della Madleen dal porto di Catania, trasportando barili di generi di prima necessità che il gruppo ha definito “quantità limitate, seppur simboliche”.
Gli attivisti prevedono di impiegare sette giorni per raggiungere la loro destinazione, se non verranno fermati. L’FCC, fondato nel 2010, è un movimento internazionale non violento a sostegno dei palestinesi, che unisce l’assistenza umanitaria alla protesta politica contro il blocco di Gaza.
Ha affermato che il viaggio “non è un atto di beneficenza. Si tratta di un’azione non violenta e diretta per contrastare l’assedio illegale di Israele e l’escalation dei crimini di guerra”. Le agenzie delle Nazioni Unite e i principali gruppi umanitari affermano che le restrizioni israeliane, il crollo dell’ordine pubblico e i saccheggi diffusi rendono estremamente difficile la distribuzione di aiuti ai circa due milioni di abitanti di Gaza. La situazione a Gaza è al suo peggior livello dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas 19 mesi fa, ha dichiarato venerdì l’ONU, nonostante la ripresa delle limitate consegne di aiuti nell’enclave palestinese. Sotto la crescente pressione globale, Israele ha posto fine al blocco di Gaza, durato 11 settimane, il 19 maggio, consentendo la ripresa di operazioni guidate dalle Nazioni Unite, estremamente limitate. Lunedì è stata lanciata anche una nuova piattaforma per la distribuzione degli aiuti: la Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, ma con le Nazioni Unite e i gruppi umanitari internazionali che si rifiutano di collaborare, affermando che non è neutrale e che ha un modello di distribuzione che costringe allo sfollamento dei palestinesi.
La FCC è l’ultima tra un crescente numero di critici ad accusare Israele di atti genocidi nella sua guerra a Gaza, accuse che Israele nega con veemenza. “Stiamo rompendo l’assedio di Gaza via mare, ma questo fa parte di una più ampia strategia di mobilitazione che tenterà anche di rompere l’assedio via terra”, ha affermato l’attivista Thiago Avila. Avila ha anche menzionato l’imminente Marcia Globale verso Gaza – un’iniziativa internazionale aperta anche a medici, avvocati e membri dei media – che partirà dall’Egitto e raggiungerà il valico di Rafah a metà giugno per organizzare una protesta, chiedendo a Israele di fermare l’offensiva di Gaza e di riaprire il confine.
Fonte: news agencies